La sordità aumenta la criticità già presente in questo periodo, l’adolescenza appunto, e l’adolescente si trova di fronte alla difficoltà di dover integrare nella propria identità la diversità.
Una diversità che non sempre è evidente, ma scomoda.

Nell’infanzia la relazione con l’altro passa attraverso il gioco, mentre nell’adolescenza ci si relaziona su un diverso livello, più concettuale, attraverso la comunicazione.
Per giocare non servono grandi conversazioni. E la relazione con l’altro, di pari età, può funzionare. È semplice, immediata.
Quando si è più grandi, invece, la curiosità spinge a conoscersi l’uno l’altro, a confrontarsi, a scambiarsi delle opinioni, delle idee… tramite le parole!
E qui l’adolescente sordo tocca con mano il nocciolo del problema, trovandosi in difficoltà con la comunicazione, specie in gruppo.
Anche se da bambino sapeva che era sordo, non è infrequente che durante l’adolescenza si accorga di esserlo.
Quando succede, possono scatenarsi reazioni forti, dalla violenta rabbia alla profonda depressione. Ed il senso di inadeguatezza che ne deriva, se non elaborato e risolto, può comportare svantaggi nell’evoluzione personale.
La problematica, oltre che a poter ledere sull’autostima, si riflette anche nel comportamento in gruppo. Nell’adolescenza si cerca di identificarsi in un’identità sociale, di gruppo, e il ragazzo sordo non vi si riconosce, vedendosi diverso.
L’adolescente sordo si trova in una posizione difficile. Rispetto al suo bisogno di sentirsi parte della società o, meglio, del gruppo dei pari, fatica moltissimo a sentirsi (e, sopratutto, ad essere!) parte integrante.
In questa situazione può succedere che metta in atto un atteggiamento di ritiro e chiusura, che lo porta ad isolarsi ed emarginarsi sempre di più.
L’isolamento, quindi, non sempre è subito. A volte è cercato, come via di fuga da richieste sociali che non ci si sente in grado di soddisfare (strategia difensiva).

Al di là delle difficoltà possibili, nell’adolescenza si ha l’occasione di creare, ma sopratutto di crearsi, una nuova identità, verso l’età adulta.
È durante il processo di costruzione (e di ri-costruzione) che il ragazzo sordo ha bisogno di percepire attorno a sé un ambiente fiducioso, in modo da trovare terreno fertile per coltivare le proprie potenzialità.
Potenzialità che ci sono, al di là dell’adolescenza.